Samuel Beckett ha rivoluzionato il teatro del Novecento.
Poeta, drammaturgo e scrittore, è uno degli intellettuali più influenti del XX secolo: ha lasciato un’eredità artistica che condiziona ancora oggi la scrittura teatrale e la drammaturgia contemporanea.
Beckett tratta dell’imperscrutabilità dell’io, dell’incomunicabilità, del confronto fra coscienze, della rassegnazione e dell’impotenza dell’uomo di fronte alla perdita di tutte le certezze, durante e dopo le tragedie del ‘900.
Come per i volti dipinti di Bacon, i suoi testi sprigionano parole che straziano la comunicazione, l’espressione e la forma.
ASPETTANDO GODOT e FINALE DI PARTITA sono opere che mettono a nudo la condizione umana dopo le catastrofi belliche, testi che indagano il paradigma dell’essere al mondo e dello scorrere inesorabile del tempo.
Con Beckett siamo costretti a guardare il malessere esistenziale che pervade anche l’epoca in cui stiam vivendo.
“…L’immaginazione soccorre l’esperienza” Virginia Woolf
FINALE DI PARTITA
Finale di Partita del 1957 è considerato il maggior lavoro teatrale di S. Beckett.
I segni del disagio di intere generazioni sono raccontati in pagine in cui la coscienza umana non ha altro
scampo che la rassegnazione all’impotenza.
Clov e Hamm sono chiusi in una stanza aspettando la fine inesorabile, entrambi menomati fisicamente.
Uno è costretto a muoversi di continuo, mentre l’altro, cieco, è inchiodato ad una poltrona.
In due bidoni della spazzatura sono rinchiusi i genitori di Hamm, Nagg e Nell.
HAMM E l’orizzonte? Niente all’orizzonte?
CLOV (abbassando il cannocchiale) Ma cosa vuoi che ci sia all’orizzonte?
HAMM Le onde, come sono le onde?
CLOV Le onde? (punta il cannocchiale) Piombo.
HAMM E il sole?
CLOV (guardando) Nulla.
HAMM Eppure dovrebbe essere sulla via del tramonto. Cerca bene.
CLOV (dopo aver cercato) Un accidenti.
HAMM Ma allora è già notte?
CLOV (sempre guardando) No.
HAMM Allora com’è?
CLOV È grigio. (Abbassando il cannocchiale) Grigio! (Pausa. Ancora più forte) Grrrigio!
HAMM Grigio hai detto?
CLOV Nero chiaro, in tutto l’Universo.
ASPETTANDO GODOT
Con Aspettando Godot, del 1953, Samuel Beckett costruisce una riflessione sull’insensatezza della vita
umana e sulla frustrazione data dal continuo e fallimentare tentativo di muoversi, cambiare sé stessi e
quello che ci circonda.
Proprio a questo continuo impulso a fare un passo avanti senza spostarsi di una virgola, sembra fare
riferimento il nome Godot, formato dall’unione delle parole inglesi go e dot, va’ e (punto) fermo.“
“…Sono personaggi, uomini postumi, che annaspano in un deserto incomprensibile per loro come per noi”, sottolinea Carlo Fruttero.
Vladimir ed Estragon sono seduti su una panchina e aspettano un certo “Signor Godot”, che ogni giorno
manda un ragazzo a informarli che li raggiungerà il giorno successivo:
“Oggi non verrà, ma verrà domani”.
Nell’attesa che ogni giorno si rivela delusa, i due uomini si lamentano del freddo, della fame, della vita.
Arrivano perfino a pensare di suicidarsi, ma alla fine non riescono a fare a meno di restare lì, ancorati alla panchina e l’uno all’altro, in attesa che Godot si faccia finalmente vedere.
Aspettando Godot rappresenta una pietra miliare della cultura del Novecento, soprattutto dal punto di
vista formale perché disinnesca l’azione, la trama, il significato e il linguaggio, con le sue pause, i suoi
silenzi, i suoi gesti e le sue inconclusioni.